Piccola Descrizione

Il complesso parrocchiale della chiesa di S. Giuseppe occupa un'area dì circa 10.000 mq., il tempio impegna mq. 1658,20; dall'entrata al fondo dell'abside è lunga m. 45; la navata centrale è larga m. 13; quelle laterali m. 5 ciascuna; la larghezza complessiva è di m. 23. L'altezza è di m. 24 per la centrale, mentre quella delle navate laterali è di m. 8. Su queste poggiano i matronei. Il transetto è lungo m. 23 e largo m. 10. Il piano della chiesa si eleva da quello stradale di m. 1,50 ed ha scalinata di 9 gradini

La facciata

La chiesa di S. Giuseppe è sorta, abbiamo già detto, su progettazione e direzione dell'ing. Mauro Amoruso-Manzari e con maestranze tutte baresi: l'impresa dei fratelli Nicola e ing. Matteo Ricco fu Nicola, la ditta Giovanni Laricchia, Menzione, Fiore, Fratelli Bollani, Michele Guglielmi, Minghietti-Ranieri, Moffoli, Pizzirani; il prof. Mario Prayer e Gaetano Stella. L'opera riproduce in linguaggio moderno il carattere architettonico del romanico-pugliese del XII secolo. La grande facciata è divisa in tre parti: quella centrale avanzata, due laterali arretrate. La centrale è racchiusa tra due grandi pilastri e suddivisa, a sua volta, da due pilastri centrali e due semipilastri laterali; poggiano su base attica a doppio toro, e sono sormontati da capitelli. Tali divisioni danno luogo alle tre porte su ciascuna delle quali vi è un piccolo timpano. Al di sopra, questi sono divisi, da una corda, dal grande timpano che riempie la seconda parte della facciata. Nei tre timpani inferiori sono affrescati, da sinistra verso destra: l'Annunciazione della Vergine, lo Sposalizio di S. Giuseppe con la vergine, la Natività di Gesù. Nel grande timpano vi è affrescato il ritrovamento di Gesù nel tempio che disputa con i dottori». Tutti gli affreschi sono opera del prof. Umberto Colonna. Al di sopra del grande timpano, vi è un rosone con archivolto che poggia su mensole. Il tutto è sormontato da cuspide terminale, con cornicione ornato da mensole e da archetti ciechi i cui pilastrini poggiano su mensole. Nei pennacchi formati dall'arco della porta centrale con quelli delle porte laterali sono raffigurati gli stemmi degli arcivescovi Giulio Vaccaro e Augusto Curi che furono i fondatori dei tempio. Le due facciate laterali, arretrate rispetto alla centrale, hanno un'alta zoccolatura di lastre di pietra e sono divise da corni in tre parti, Guardando quella di sinistra dal basso in alto, osserviamo: la prima parte ha nel centro una lunga finestra arcuata, con vetri istoriati che rappresentano la processione eucaristica di Lourdes sostante presso gli ammalati; la seconda ha una nicchia, appena accennata, con sovrarco che poggia su mensole; in essa è raffigurato S. Francesco d'Assisi; la terza ha l'aspetto di un contrafforte con tre finestre di altezza degradante dal centro verso il lato. In quella di destra si osserva,, dal basso verso l'alto: nella prima parte vi è una lunga finestra parallela a quella di sinistra e vi è raffigurato S.Giuseppe; nella seconda parte, nella nicchia vi è rappresentato S.Benedetto; nella terza parte, come detto già per quella di sinistra. Gli affreschi furono eseguiti dal prof. Colonna nel 1937. Le pareti laterali esterne hanno, come la facciata, zoccolatura di pietra ma elevazione in tufo, scandita da lesene con capitelli dorici e da finestre ad arco. Il campanile sorge come continuazione del lato destro della chiesa, addossato all'abside e al lato ovest dei transetto. E di forma quadrata. Fino al 1955 era formato da due piani con cuspide. Di fronte alla concorrenza in altezza dei nuovi palazzi che occultavano chiesa e campanile, fu costruito il terzo piano con cuspide; ma fu una concorrenza inutile. Il primo piano, per ogni lato, ha una bifora; gli altri due sono forniti di trifore.

La porta centrale

E' di noce massiccio. Fu costruita e donata dalla Reale Scuola Industriale «Umberto I», come «espressione del progresso artistico di quella scuola» . E' divisa in quattro parti e suddivisa, poi, in 36 pannelli uguali di forma convessa. Ogni pannello è racchiuso in cornice intagliata; finemente intagliato, richiama svariati motivi scultori dell'arte medioevale pugliese. La porta fu costruita su disegno dell'ing. Amoruso, direttore della R. Scuola e sotto la vigilanza dei maestro De Donno, capo officina falegnami della stessa Scuola.

Le porte laterali

Sono egualmente intagliate come la porta centrale, con 36 formelle rettangolari incavate per ciascuna porta, e riproducono veri motivi simbolici: uva, fiori, foglie, agnelli sormontati da croce, ippogrifi. Le borchie sono di bronzo.

L'interno

E' a croce latina e a tre navate, divise da pilastri sulle cui facce sono addossate semicolonne che, nell'insieme, danno l'impressione di essere colonne a croce lobata.

La cantoria

Entrando nella chiesa, immediatamente ci si trova coperti dal piano della cantoria, per una lunghezza di m. 12, ed una larghezza di m. 5; è sorretta da quattro colonne. Chiudendo con cancelli gli spazi compresi tra le due pareti perimetrali della chiesa e le colonne della cantoria si potrebbe dar luogo al Nartece (Il Nartece era quella parte antistante le navate del tempio, in cui prendevano posto ì catecumeni, ì pubblici peccatori. Qui era l'unico luogo in cui si permetteva di seppellire i vescovi o qualche persona importante della comunità. Se l'interno del tempio rappresenta il cielo, in cielo non ci sono i corpi dei morti.) ed offrire, in tal modo, l'idea esatta del tempio cristiano formato da tre parti: nartece, navata, bema (che noi chiamiamo presbiterio). Sotto la cantoria, sopra le singole porte, vi sono tre timpani che guardandoli da destra a sinistra, racchiudono le immagini di Cristo tra due fanciulli con la scritta «Sinite parvulos venire ad me»; l'Annunciazione a Maria, il Buon Pastore, con la scritta: «Ego sum Pastor bonus» .

La navata centrale

E' divisa dalle laterali da cinque pilastri-colonne ed è chiusa dall'arco di trionfo che poggia su due pilastri, i cui laterali esterni ed interni, sono coperti da semicolonne. I due pilastri restringono la navata centrale di cinque metri: 2,5 per lato, e danno la prospettiva della continuità del transetto. Anche, qui troviamo doppie semicolonne con doppi capitelli. Sull'arco di trionfo non vi è alcuna raffigurazione. All'interno, invece, vi sono quattro medaglioni con santi di difficile individuabilità, anche perché sono senza didascalia. Tutta la navata centrale è illuminata da sei finestre, non ampie, ma bislunghe. L'ultima a sinistra accenna a qualche disegno. La volta è divisa in tre parti da archi che poggiano sui capitelli delle semicolonne che si allungano fin sotto la volta, partendo dai capitelli che danno luogo agli archi che dividono la navata centrale da quelle laterali. Questa volta centrale, come quelle laterali, sono a crociera, seguendo la legge architettonica del doppio quadrato.

I Capitelli

Non richiamano gli stili tradizionali. Veramente esprimono la fioritura della natura, come si è detto in altro luogo. Presentano sulle semicolonne grappoli di uva con tralci e foglie, alternati a mazzetti di spighe di grano. Gli angoli sporgenti dei pilastri, nel capitello, presentano foglie dì alicantus e di altro tipo, aquilotti, teste di angeli o angioletti interi. Sulla semicolonna che sta a sinistra dell'ingresso laterale sinistro si nota un mascherone al posto delle solite spighe o del grappolo di uva. Entrando dalle porte laterali, vicino alle prime colonne, vi sono le Acquasantiere di granito rosso, poggiate su quattro colonnine dello stesso granito.

Le navate laterali

Le navate laterali sono illuminate da sedici finestrine, otto per parte, anch'esse bislunghe; alcune di esse, nove per l'esattezza, hanno residui dì immagini che, una volta, rappresentavano i quindici ministri del Rosario; le altre finestre sono rimaste bianche per la caduta del colore. Nella navata laterale destra, sotto la prima campata, vi è un grande Crocifisso che tanta devozione riscuote dai parrocchiani; Sotto la seconda campata, vi è il sarcofago dell'arcivescovo Giulio Vaccaro. E' dì marmo bianco, con trabeazione sorretta da colonnine in marmo. Al centro è scolpito, a bassorilievo, il mezzobusto dell'arcivescovo. Sotto si legge il seguente epitaffio:



Baren MCMXXXVII
JULIO VACCARO
Archiepiscopo Barensi
Metropolitanum Collegìum Canonicorum
Pergratum Votum Exolvens
Hanc Memoriam Posuit
In Templo
Quod
Admirante Píetatis Eius
Perinsigne Monumentum Manebit
Obìit D VI Id. Martiis A.D. MCMXXIV
Praesulatus Sui An. XXVI

Versione italiana: «Bari 1937. A Giulio Vaccaro, Arcivescovo di Bari, il Collegio Metropolitano dei Canonici, solvendo un gratissimo voto, pose questa memoria nel tempio che rimarrà monumento insigne della sua ammirevole pietà. Morì il 10 marzo 1924, 26° anno del suo episcopato». Sotto la terza e la quarta campata vi sono i confessionali. Nella navata laterale sinistra, sotto la prima campata vi è una porta che immette in un corridoio esterno che porta al cinema e al campo. Sotto la seconda campata, interrate, vi sono le spoglie dell'arcivescovo Augusto Curi. A livello di pavimento vi è la lastra tombale su cui è scritto: «AUGUSTUS CURI - Archiepiscopus Baren - 1870-1933». Sotto la terza campata vi sono ì confessionali; sotto la quarta, in una bacheca di vetro, a forma triangolare, sono esposti e conservati gli Olii Santi; poi, il Cero pasquale e un piccolo Battistero.

Transetto ed altari

Voler descrivere il transetto della chiesa di S. Giuseppe significa descrivere gli altari con i loro contorni figurativi. Diciamo subito che il transetto è illuminato da quattro grandi finestre, due per ogni lato opposto; non sono istoriate. A centro dell'incrocio del transetto con la navata centrale che porta all'abside si trova il presbiterio con l'altare maggiore. Il presbiterio si alza di tre scalini dal piano della chiesa ed è delimitato da quattro pilastri centrali. E' racchiuso dalla balaustra che stava, una volta, all'inizio dell'abside, più l'aggiunta di parte nuova disegnata sulla preesistente, in marmo bianco, formata da lastre bianche traforate, scanellate, poggianti su pilastrini decorati ad intaglio. Danno l'effetto di pannelli racchiusi in comici e giustapposti. Le tre balaustre hanno a centro tre cancelletti. Il presbiterio è lungo, compresa l'abside, m. 16.30, largo m. 8. L'altare si trova arretrato dal centro del presbiterio e dalla pseudo-cupola di m. 2,30. L'altare è lungo m. 2,70, largo m. 1,18 alto m. 1,00. Fu un dono della Basilica di S. Nicola. Già nel 1898 fu costruito per la Basilica; in seguito alla sua ristrutturazione, l'altare fu donato alla chiesa di S. Giuseppe. L'immagine di S. Nicola, del XII secolo sovrastante l'altare, però, rimase in basilica. I quattro grossi pilastri che racchiudono il presbiterio danno luogo ad una volta a crociera, divisa in quattro grossi triangoli affrescati. A centro domina una colomba, lo Spirito Santo, in un alone tondo multicolore. Intorno, disposti a quadrato, i quattro simboli degli Evangelisti. Nei quattro triangoli, gli Apostoli divisi per tre, fiancheggiati agli angoli di base da angeli. Alla base dei pennacchi che danno luogo alla volta vi sono delle bianche colombe. Gli archi sostenuti dai pilastri sono affrescati con medaglioni raffiguranti angeli e santi. Ai lati del presbiterio, degli interstizi dei due pilastri che concludono le navate laterali e i due che determinano l'attuale presbiterio, vi sono: a sinistra di chi guarda, poggiata, su un piedistallo marmoreo costruito nel 1939 dall'Apostolato della Preghiera, una statua lignea del S. Cuore, opera della Ditta Cristiano Delago di Ortisei; a destra, un Crocifisso circondato, nella parte superiore da angeli, in quella inferiore dalle anime del Purgatorio. E un ex-voto della signora Anna Passero Sciahiman, opera dello scultore Antonio (illeggibile). Poggia su un piedistallo marmoreo costruito nel 1940 a spese dell'Apostolato della Preghiera. In fondo al presbiterio e in fondo all'abside vi è un sedile marmoreo per i presbiteri, ricavato dai pezzi tolti nella ristrutturazione del vecchio altare e dell'ancona.

L'abside

Prende inizio dai due pilastri simili e corrispondenti a quelli che formano l'arco di trionfo. Addossata e a centro del muro semicircolare, vi è un'ancona in marmo lavorato, nella quale vi è un dipinto di S. Giuseppe con Gesù Bambino tra due aiuole di fiori. E' opera del prof. Mario Prayer. Nei sottostanti pannelli sono raffigurati, da destra a sinistra: la Natività di Gesù Bambino, angeli con cartiglio su cui è scritto: Ite ad Joseph, la Fuga in Egitto. Sopra l'ancona vi sono tre finestre istoriate: a centro Cristo Crocifisso; alla sua destra la Vergine seduta con le altre due Marie; a sinistra S. Giovanni Evangelista in piedi e la Maddalena in ginocchio. Sulle tre finestre vi sono gli stemmi, e sopra i relativi papi, di S. Pio X, Pio XI, Benedetto XV, che furono i papi esistenti dalla posa della prima pietra fino all'ultimazione della chiesa di S. Giuseppe; ai lati dei papi, a sinistra di chi guarda: mons. Vaccaro, a destra: mons. Curi con i relativi stemmi Più in alto ancora c'è un prospetto paradisiaco: a centro v'è Cristo in trono, con destra benedicente e nella sinistra sorregge il mondo. A destra del Cristo, la Vergine, S. Nicola, S. Francesco; a sinistra: S. Giuseppe, S. Gregorio Nazíanzeno, (indossa manto orientale), S. Michele. Ai due estremi vi sono due cartigli in bianco; l'umidità ha cancellato quanto vi era stato scritto. Fino agli inizi degli anni '50 nell'abside era collocato l'altare che formava un tutt'uno con l'ancona.

L'altare di S. Antonio

All'estrema destra del transetto, appoggiato sulla parete perimetrale della chiesa, è collocato l'altare di S. Antonio. Fu fatto un disegno dell'ing. Amoruso e fu lavorato e costruito dalla ditta barese Menzione in marmo bianco statuario, con semicolonne giallo-Siena e bronzi sul davanti della mensa. L'immagine di S. Antonio è una fedele ed artistica riproduzione dei quadro del Van Dyek «Cum simplicibus». E dono della famiglia Fìzzarotti. L'altare è fiancheggiato da due finestre lunghe e strette. La sua mensa è sorretta da due colonnine che racchiudono il paliotto, formato, a sua volta, da cinque archetti in cui vi sono le figure bronzee dei santi Domenico, Chiara, Francesco, Scolastica, Benedetto, divisi tra loro da sei semicolonnine. Sull'altare vi è un dossale formato da un triplice ordine di semicolonne rientranti sulle quali si poggiano i tre archi del sovrastante fastigio. Sovrastanti l'altare, sulla parete, in alto vi sono cinque affreschi raffiguranti episodi della vita del Santo: S. Antonio che partecipa al primo capitolo generale dell'Ordine, indetto da S. Francesco alla Porziuncola di Assisi; ì frati sono rivestiti con abiti bigi; S. Antonio che parla ai frati; S. Antonio che converte un Tizio alla fede nella presenza reale di Gesù nell'Eucarestia, facendo inginocchiare dinanzi al Santissimo un mulo; S. Antonio che benedice i pargoli sostenuti sulle braccia delle loro madri; il transito di S. Antonio con l'apparizione del Cristo. Tra le due finestre del transetto del lato destro, al dì sopra dì esse e sotto l'arco della volta v'è un medaglione con la testa di Gesù che fa sporgere la destra benedicente. Il Cristo si trova tra due angeli che stanno in posizione adorante. Sul lato sinistro dell'altare dei S. Antonio, che verrebbe ad essere la parte frontale della navata laterale destra, sulla parte superiore, divisa dalla balconata che porta alla cantoria, è rappresentata la Vergine con il Bambino seduta in trono, con vari santi che La circondano in piedi o in ginocchio. Nella parte inferiore della parete, è rappresentata, a centro, la grande Aquila, che poggia su un libro aperto, poggiato, a sua volta, su un leggio quadrato con figura di un'aquila bicipite. Il tutto è racchiuso in una scena in cui, all'altezza della grande aquila, da una parte e dall'altra vi sono due cervi lunghi, stretti, ripiegati su se stessi, tanto che il loro muso sembra toccare le zampe posteriori; sono racchiusi da tralci con grappoli. Sotto la scena centrale vi sono, da una parte e dall'altra due cervi più grandi che mangiano l'uva che pende dai tralci da cui sono avvolti. Nei triangoli formati dall'arco e dal muro che sovrasta la porta del campanile, in medaglioni, sono raffigurati S. Domenico e S. Caterina da Siena. Il tutto viene sovrastato da un fregio abbastanza ricco. Al di sopra della balconata che chiude la navata destra è rappresentata una scena con tre vescovi circondati da clero rivestito di paramenti liturgici e candele in mano, lanterne processionali. Alle loro spalle, la facciata della chiesa di S. Giuseppe, che avendo le tre porte aperte, fa vedere in prospettiva l'interno; all'angolo destro della rappresentazione, vi sono tre pietre quadrate poste di sbieco una sull'altra, e una pietra, la quarta, di spessore più alto, sulla quale è aperta una pergamena e vicino un nobil uomo con penna d'oca. All'angolo sinistro basso vi è il popolo. Negli angoli determinati dall'ultimo arco della navata laterale e dal transetto, vi sono due medaglioni che contengono S. Lucia e S. Caterina martire.

L'altare di S. Nicola

Questo altare si trova all'estrema sinistra del transetto, anch'esso addossato alla parete perimetrale della chiesa. E' un dono della famiglia Alfonso Pistilli. Anche questo altare fu eseguito su disegno dell'ing. Amoruso, e fu lavorato e costruito dalla ditta barese Fiore, con marmi policromi. La mensa è sorretta da quattro colonnine. Dipinti accanto all'altare, ad altezza naturale, sono S. Sebastiano e S. Enrico. L'immagine centrale di S. Nicola è opera del prof. Prayer (Tutti i dipinti all'interno della chiesa, eccetto quelli della Grotta, sono opere del prof. Prayer). Sul lato destro, per chi guarda, v'è il miracolo dei fanciulli risuscitati, nella tinozza ... Due pilastrini in marmo si alzano dal piano dell'altare e finiscono con capitelli a forma di mensole che sorreggono l'arco sporgente che racchiude l'immagine del santo e la parte superiore dell'altare. Anche questo altare è fiancheggiato da due finestre, di forma allungata, di cui una conserva l'immagine della Vergine in preghiera e in piedi, avvolta da manto azzurro. A suo tempo fu eseguita dalla ditta vetraia barese Pizzirani. Sul muro che sovrasta l'altare sono affrescati vari episodi della vita di S. Nicola: S. Nicola che risuscita i tre fanciulli dalla tinozza dell'oste; S. Nicola racchiuso in carcere da Ario e confortato dall'apparizione di Gesù e della Vergine; S. Nicola che difende la fede dinanzi ad Ario; il transito di S. Nicola; lo sbarco a Bari delle sue reliquie. Sul lato destro dell'altare, sul muro frontale alla navata sinistra, nella parte superiore, divisa dalla balconata del matroneo da quella inferiore, è rappresentata una scena di una disputa teologica che si svolge in una chiesa. Nella parte inferiore, sulla porta che immette alla Grotta della B.V. di Lourdes, sono raffigurati due pavoni posti da un lato e l'altro di un covone di grano che sta a centro; il tutto è racchiuso da tralci intrecciati con foglie e grappoli di uva. Agli angoli dell'arco vi sono due medaglioni che raffigurano santa Giovanna d'Arco e S. Enrico. Sulla facciata opposta, nella parte superiore, è rappresentato il Concilio di Bari celebratosi nella cripta di S. Nicola nel 1098. Sul lato sinistro si vede il papa Urbano II, seduto in trono sotto il baldacchino; sulla sua sinistra ì Padri conciliari; in fondo, a centro, l'immagine di S. Nicola che attualmente sta nell'abside della cripta della basilica. Sotto, agli angoli dell'arco, come al solito, due medaglioni che raffigurano S. Francesco d'Assisi e S. Chiara. C'è da tener presente che tutti gli archi del transetto, all'interno sono affrescati con medaglioni raffiguranti angeli e santi.

La Grotta della B. V. di Lourdes

Si trova al di sotto di cinque scalini del piano della chiesa. E larga sei metri e lunga cinque fino all'alta cancellata. Dopo la cancellata v'è la grotta, nella grotta un altarino, sopra la statua della B. Vergine e di S. Bernadette. Il tetto è trabeato e indorato. Sulla parte alta della parete destra v'è affrescata la processione del Santissimo che passa tra le barelle degli ammalati. Sui lati dell'ingresso: destra due quadri: uno rappresenta la prima apparizione della Vergine a Bernardette; il secondo Bernardette che scava la terra con le mani e ne scaturisce l'acqua. A sinistra: un quadro raffigura la basilica di Lourdes; l'altro, la grotta con la Vergine e i pellegrini. Sulla parete sinistra v'è una finestra istoriata con la figura di Bernardette vestita da pastorella con bastone e Rosario. Sulla finestra è raffigurata un grande cartiglio con ai lati due angeli, che lo sostengono. Sopra vi è scritto: «Venite qui e vi farò felici». In fondo alla parete sinistra, in alto, S. Bernardette vestita da suora. Al bordo alto delle pareti e sotto il soffitto vi è la seguente scritta: «0 nostra Signora di Lourdes, mirabile strumento della divina misericordia, pregate per noi vostri devoti». Tutte le pareti sono rivestite da un drappeggio giallo che ricopre altri affreschi deteriorati dall'umidità (Tutti i dipinti della Grotta sono del prof. Colonna). In tutta, la chiesa vi è una policromia sulle pareti e sulle colonne, con molteplicità di disegni che dà un senso di movimento e, nello stesso tempo, di quiete e di pace.